dell’univocità delle cose

se ho un concorso nel quale sono distribuiti 1 milione di codici tutti diversi uno dall’altro, normalmente parlo di codici univoci.

facciamo una verifica. la voce “univoco” sui dizionari recita:

univoco - agg. [pl. m. -ci]
1 che ha un solo significato, che si presta a un'unica interpretazione: parole, frasi univoche | in modo univoco, in un solo modo, senza possibili alternative o ambiguità
2 si dice di ciò che ammette una sola definizione o denominazione
3 (mat.) si dice di una funzione che in ogni punto del suo campo di definizione ammette un solo valore per ogni gruppo di valori assegnati alle variabili indipendenti | risultato univoco, risultato di un problema che ammette una sola soluzione | corrispondenza univoca, quella che si realizza quando un elemento di un insieme è il corrispondente di più elementi di un altro insieme
§ univocamente avv.

ok. mi pare di non sbagliare, quindi.

un cliente, parlando di un altro concorso, nel quale si usa un solo codice uguale per tutti, stampato sempre uguale sulle confezioni in commercio, dice, forse per cercare di mascherare la vergogna per aver approvato una meccanica così delirante, che “in quel concorso c’è il codice univoco” – di conseguenza, come mi fa notare un collega, nel caso del primo concorso noi abbiamo dei codici “multipli”?

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